Cronaca

Controlli in 14 allevamenti di bufala del casertano, 2 rischiano la chiusura

Ben 14 gli allevamenti di bufale ispezionati nelle prime ore di ieri dai militari dei Reparti dipendenti del Comando Provinciale di Caserta.

Controlli a tappeto negli allevamenti di bufala del casertano

Dei 24 lavoratori presenti, 12 sono risultati irregolari tra cui due clandestini di nazionalità indiana. Denunciati 2 datori di lavori per impiego di lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno e per sfruttamento del lavoro. Sequestrate due aree pari a complessivi 7mila metri quadrati per illecito sversamento di liquami e rifiuti dalla sala mungitura.

Controlli sui lavorati

Più nel dettaglio, il Comando Provinciale di Caserta, all’esito di un’attenta analisi dei fattori di rischio correlati al fenomeno del lavoro nero nelle aziende di produzione del latte di bufala, ha dato corso ad una prima giornata di controlli esplorativi “sul campo”, concentrandosi sul territorio limitrofo al comune di Cancello ed Arnone, primario centro per la produzione di latte di bufala, attesa la forte concentrazione di tali tipo di allevamenti.

Le stalle

In particolare l’attenzione delle Fiamme Gialle si è incentrata su quelle aziende che, a fronte di un elevato numero dichiarato di capi di bestiame, risultavano aver assunto un numero inadeguato di lavoratori tra addetti alle stalle, alla mungitura ed alla cura del bestiame in genere.

All’alba di ieri, quindi, le pattuglie provenienti dai Reparti territoriali dell’intera provincia, con l’ausilio degli ispettori dell’A.S.L., dell’I.T.L. e di personale dell’A.R.P.A.C., hanno proceduto ad accedere in 14 allevamenti, controllando 24 lavoratori presenti, tutti già intenti nelle fasi di mungitura, dei quali ben 12 – la metà – non sono risultati regolarmente assunti.

Anche due lavoratori senza permesso di soggiorno

Di questi, 2 soggetti di nazionalità indiana, privi di regolare permesso di soggiorno, denunciati alla competente Autorità Giudiziaria e, nei loro confronti, avviate le procedure di rimpatrio. Denunciato, a sua volta, per aver violato il Testo Unico sull’Immigrazione, il datore di lavoro, che utilizzava manodopera straniera illecitamente presente nel territorio dello Stato.

Nel contesto, esaminate anche le condizioni di lavoro degli operatori. L’attenta analisi degli indici di sfruttamento, previsti dalla recente specifica normativa, ha evidenziato il caso di un datore di lavoro – anch’egli segnalato alla Autorità Giudiziaria – che utilizzava, approfittandone dello stato di bisogno, un cittadino di origini indiane che, pur in regola con i documenti, era da poco presente in Italia. A questi erano riservate condizioni di inadeguata remunerazione, orari di lavoro logoranti e pessime condizioni igienico-sanitarie.

Su 3 aziende rischio di sospensione dell’attività

Alle luce della numerosità dei lavoratori irregolari, per tre aziende è, inoltre, scattata la proposta di sospensione delle attività.

Al centro dell’attenzione dei militari anche il rispetto della normativa a tutela dell’ambiente. Nei confronti di due aziende, i cui titolari sono stati denunciati per illecito sversamento di rifiuti, sono state poste sotto sequestro due aree di una superficie complessiva pari a 7mila metri quadrati nelle quali venivano riversati i rifiuti liquidi delle operazioni mungitura, contribuendo ad inquinare una zona già martoriata da altri e gravi sversamenti illeciti. Un’azienda, infine, è sanzionata amministrativamente in quanto non era in regola con la prevista istituzione del registro di carico e scarico dei rifiuti.

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