Cronaca

Assenteismo e corruzione, all’Asl di Caserta: spariti i fondi per i pazienti

Assenteismo, gare d'appalto truccate e corruzione. Diciotto misure cautelari, con 12 indagati

Assenteismo, gare d’appalto truccate e corruzione. Diciotto misure cautelari, con 12 indagati ai domiciliari e 6 misure interdittive per un totale complessivo di 79 indagati e un sequestro di 1,5 milioni di euro. È la nuova inchiesta della procura di Napoli Nord nei confronti di dipendenti e funzionari dell’Asl di Caserta con ipotesi di reato, a vario titolo, per associazione per delinquere, falso, ricettazione, truffa e corruzione, turbata libertà degli incanti e traffico illecito d’influenze. Si tratta del secondo filone dell’indagine che ha portato già nel novembre scorso all’arresto di 22 dipendenti e funzionari della stessa Asl di Caserta per truffa in merito alla gestione anomala del sistema informatico interno per le presenze.

Terremoto all’Asl di Caserta

L’indagine trae origine da una segnalazione, inviata ai carabinieri del Nas di Caserta da parte dell’Asl, riguardante anomalie nell’utilizzo del sistema informatico interno di gestione delle presenze, da parte di un dipendente che ne aveva accesso per la propria funzione di coordinatore amministrativo aziendale. Le prime attività investigative hanno permesso di raccogliere gravi indizi, anche grazie alle risultanze delle complesse attività tecniche, nonché rilevare una serie di illeciti allontanamenti dal servizio da parte di 22 dipendenti dell’Asl di Caserta, per i quali, il 25 novembre 2020, è già stata eseguita un’ordinanza cautelare per l’applicazione di misure interdittive per truffa ai danni dell’Azienda sanitaria locale.

Nel corso delle indagini – supportate da riscontri alle numerose nuove intercettazioni delle conversazioni telefoniche ed ambientali, nonché dall’acquisizione ed analisi di migliaia di atti aziendali e delle imprese accreditate – gli investigatori hanno accertato comportamenti illeciti nei confronti di 79 persone, finalizzati alla turbata libertà degli incanti mediante l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal DSM, in cambio di somme di danaro e regalie varie; una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche che venivano affidati a strutture esterne convenzionate (cogestori) senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.), assoggettando l’onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell’ASL di Caserta.

Ma anche l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, corrispondevano ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell’ASL, regalie o altri vantaggi quali assunzioni di propri familiari. E atti finalizzati alla corruzione attribuibile ai gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro ed altre regalie ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici; alla gestione occulta da parte di alcuni funzionari dell’ASL, con intestazione fittizia a persone compiacenti, di strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell’ASL (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari.

Per non parlare della creazione di progetti finalizzati alla cura dei pazienti delle cosiddette “fasce deboli”, di fatto mai attuati e dunque destinati alla sola spartizione delle somme di danaro pubblico investito, tra i sodali dipendenti del D.S.M.; dell’affidamento pilotato di incarichi legali e mantenimento di apicali incarichi dirigenziali in seno all’ASL, mediante traffici di influenze illecite; dell’acquisto di beni strumentali ad uso privato con i fondi pubblici dell’ASL; dell’illecito allontanamento dal servizio, da parte di alcuni dipendenti dell’ASL, al fine di assolvere faccende personali e familiari.

Le accuse

Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali sono emerse, secondo gli inquirenti, numerose ipotesi di reato (da accertare nel prosieguo dell’attività processuale), come l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), in cambio di somme di danaro e regali vari, una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche, che venivano affidati a strutture esterne convenzionate senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.), assoggettando l’onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell’Asl di Caserta.

Gli inquirenti hanno accertato l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero corrisposto ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell’Asl, regali e altri vantaggi, come l’assunzione di propri familiari.

Sono stati poi riscontrati presunti episodi di corruzione dei gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, avrebbero corrisposto periodicamente somme di danaro e altre utilità ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici.

Indagato anche il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero

C’è anche il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, eletto nelle liste Pd, tra le 79 persone indagate nell’inchiesta del Nas e della procura di Napoli Nord sull’Asl di Caserta. Inchiesta che ha portato a scoprire numerosi episodi di assenteismo, corruzione e gare d’appalto truccate. Secondo quanto si apprende, ad Oliviero viene contestato il reato di traffico influenze in relazione a un singolo episodio.

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