Cronaca

Migranti: nel SAI di Caserta in 140 vivono tra insetti, acqua marrone e abbandono

Invasione di blatte e termiti, acqua marrone dai rubinetti, zero servizi agli ospiti, per un appalto da 2,5 milioni di euro all’anno

Un viaggio nelle “case degli orrori” del SAI di Caserta, la struttura che ospita 140 migranti è invasa da insetti e vivono in condizioni igienico sanitarie terribili tra acqua marrone che scende dai rubinetti e un totale stato di abbandono.

Caserta: migranti vivono tra insetti, acqua marrone e abbandono

I SAI sono strutture di accoglienza per migranti realizzati con fondi del Ministero dell’Interno e gestiti dai Comuni che mettono a gara d’appalto la gestione delle strutture.

Secondo quanto si vede dalle immagini pubblicate da Fanpage.it, le condizioni in cui vivono le persone stabilite nella struttura, gestita per un appalto da 2,5 milioni di euro all’anno dalle cooperative Innotech, Esculapio e Consorzio Stabile. E sono totalmente disumane.

Le condizioni in cui vivono i migranti

Gli appartamenti sono invasi dagli insetti, come blatte e termiti, acqua marrone che scende dai rubinetti non riesce neppure a far fare un bel bagno pulito, non contando che i servizi igienici sono completamente rotti, infiltrazioni di umidità, sovraffollamento. Il tutto è in un totale stato di abbandono. Arriva quindi la denuncia.

La denuncia

La denuncia arriva da un consigliere comunale di Caserta, Raffaele Giovine, che ha raccontato gli episodi inquietanti: “Mi sono recato di persona a fare i sopralluoghi ed ho filmato tutto ciò che vedevo”, spiega. Un vero e proprio viaggio nelle case degli orrori. I video mostrati da Fanpage.it sono stati girati nel mese di giugno. Si tratta complessivamente di una ventina di appartamenti che ospitano circa 140 persone.

Gli ospitati

“Non abbiamo assistenza medica – racconta Abdullaye, uno degli ospiti del SAI – per quattro volte sono stato male, ho chiamato i gestori ma non mi hanno portato da un medico e nemmeno in ospedale, quando sono stato male ho dovuto comprare di tasca mia le medicine”.

Oltre all’assistenza medica ci dovrebbero essere i servizi di integrazione. “Non sono mai andato alla scuola di italiano, perché non mi hanno mai portato – spiega Daho, altro ospite – quando sono andato una volta alla scuola c’era una signora che mi ha detto che la scuola è chiusa ed io non posso andarci”. A mancare sono anche i corsi di formazione, a dichiararlo è Ibrahim: “Io vivo a Vico dei Marzani, in una delle strutture del SAI, lì viviamo troppo male. Non abbiamo la caldaia, dai rubinetti esce l’acqua marrone, non abbiamo avuto assistenza medica e non ci hanno mai fatto fare i corsi di formazione”.

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