Cronaca

Scacco al clan dei Casalesi, 11 persone arrestate

Scacco al clan dei Casalesi. Nella mattinata di oggi, la Dia di Napoli ha tratto in arresto 11 persone ritenute gravemente indiziate di concorrenza illecita.

Scacco al clan dei Casalesi, 11 arresti

Nelle prime ore della giornata odierna, la Dia di Napoli ha notificato un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal Tribunale di Napoli nei confronti di 11 persone ritenute gravemente indiziate di concorrenza illecita, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale, tutti fatti aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso e per aver favorito il clan dei Casalesi.

L’inchiesta

L’inchiesta ha sgominato un’importante articolazione imprenditoriale, strutturalmente legata al gruppo Russo-Schiavone, fazione del clan dei Casalesi e facente capo ad una storica figura apicale, Mario Iavarazzo.

Quest’ultimo, condannato in via definitiva per il delitto di associazione di tipo mafioso, è stato, fino al 2010, il detentore della cassa del clan dei Casalesi, con compiti di distribuzione degli stipendi agli associati e di controllo delle estorsioni e delle attività economiche svolte dal sodalizio. Le indagini hanno ricostruito che Iavarazzo, dopo la scarcerazione nel maggio 2015, aveva ripreso ad operare nel settore pubblicitario, facendo ricorso anche alla forza di intimidazione del clan nei confronti dei concorrenti.

Si contesta inoltre che, al fine di eludere le investigazioni delle autorità, Iavarazzo provvedeva ad intestare fittiziamente al fratello Francesco e alla moglie di costui le quote societarie della Publione, società nata dalle ceneri della Pubblione, e al prestanome Nicola Sabatino le quote societarie della Adv Comunication.

Oltre che del fratello Francesco, nelle quotidiane attività d’impresa Iavarazzo si avvaleva anche di un secondo fratello, Michele, e di un suo fidato collaboratore, Gennaro Esposito.

Le indagini

Le indagini, inoltre, facevano emergere il ruolo dell’imprenditore Armando Aprile, attivo nel medesimo settore della cartellonistica pubblicitaria, che intratteneva con gli Iavarazzo un rapporto societario di fatto, mettendo a disposizione una delle sue società, la Spm con sede nella zona Asi di Carinaro, formalmente intestata all’altro prestanome Giuseppe Franco.

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