Cronaca

Grazzanise, arrestata coppia che bruciava plastica sul proprio terreno per soldi

I carabinieri hanno scoperto che coppia aveva messo a disposizione della banda un terreno a Grazzanise dove faceva bruciare la plastica ricevendo in cambio di soldi

La coppia aveva messo a disposizione della banda un terreno a Grazzanise dove faceva bruciare la plastica ricevendo in cambio di soldi. Lo hanno scoperto i carabinieri del Nipaaf di Caserta che hanno arrestato la coppia, mentre altre 4 persone sono indagate.

La coppia faceva bruciare la plastica sul terreno in cambio di soldi

Dopo il sequestro del primo sito organizzato per la gestione delle cassette per la frutta provenienti dal mercato di San Tammaro, alcune delle quali venivano bruciate perché invendibili, una coppia aveva messo a disposizione della banda un terreno a Grazzanise ricevendo in cambio benefici economici.

L’attività investigativa dei carabinieri ha consentito di ricostruire, alla luce di singoli episodi criminali, l’esistenza di una vera e propria organizzazione delinquenziale costituita da un “capo”, P.G., promotore ed organizzatori delle molteplici condotte delittuose, e cinque sodali. 

L’organizzazione della banda

  • F.B.C., la fidanzata del “capo”, compartecipe alle strategie operative del sodalizio nonché proprietaria del terreno ove avvenivano le combustioni dei rifiuti.
  • C.A.organizzatore dell’associazione, figura di raccordo dell’odierno arrestato nella direzione di operai dell’impresa di fatto, illegalmente costituita.
  • K.J.K., cognato di P.G., partecipe all’associazione quale operante.
  • I coniugi A.A.F. e T.G. che, al fine di ottenere benefici economici, mettevano a disposizione dell’associazione rispettivamente la propria opera materiale e il terreno sito in Grazzanise, in via La Quercia, per il deposito dei rifiuti da rivendere e per l’incendio di quelli non commercializzabili, in tal modo agevolando l’operato del sodalizio, rafforzandolo e condividendone i fini.

Come sono stati scoperti?

Gli incendi, consumati inizialmente nel sito posto alle spalle del mercato ortofrutticolo di San Tammaro, a seguito del sequestro operato dai militari, proseguivano in altra area, allocata nel comune di Grazzanise, ove era stato individuato un ulteriore luogo per lo smaltimento illecito dei rifiuti mediante illecito incendio.

L’attività di indagine ha, in definitiva, consentito di disvelare una complessa realtà criminale in cui i predetti associati operavano in assoluto dispregio delle norme relative allo smaltimento dei rifiuti.

Il risultato delle indagini

Dalle indagini dei carabinieri è emerso: «Ciò che appare più grave è che l’attività del sodalizio non si sostanzia nel pur illecito riciclo degli imballagi, ma soprattutto nel criminale smaltimentodi quelli in disuso che, invece di essere conferiti presso siti abilitati, venivano “malamente” sparse ai margini delle strade ed addirittura incendiate, con grave pericolo per la pubblica incolumità. Desta poi assoluto allarme il fatto che gli indagati non abbiano mostrato remora alcuna pur a seguito dei numerosi controlli della P.G. cui sono stati sottoposti ed anzi abbiano continuato a svolgere l’attività illecita utilizzando anche il deposito ed i veicoli posti in sequestro.
La pervicacia degli indagati nella prosecuzione dell’attività illecita si evidenziava non solo in ragione delle numerose violazioni di sigilli contestate dai militari, ma anche alla luce delle conversazioni capatate durante le indagini dalle quali è emerso che P.G. e C.A. si erano sempre preoccupati di proseguire nell’attività illecita anche nel periodo in cui il “Capo” del Sodalizio, P. G., si trovava sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.»

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