Cronaca

Latitante da 20 anni in Pakistan, beccato in un albergo ad Aversa

L'uomo, che nel passato era riuscito a sottrarsi alla cattura fornendo false generalità, stavolta è stato finalmente arrestato

Era da 20 anni latitante in Pakistan e sicuro di non essere scoperto era arrivato Italia per rifugiarsi un albergo ad Aversa fornendo addirittura il suo vero nome. Ma il nominativo è stato trasmesso alla polizia come previsto dalla legge e così A.I., 40 anni, era ricercato in ambito internazionale dalle autorità pakistane per omicidio plurimo è stato arrestato.

Aversa, arrestato un latitante pakistano: era in fuga da 20 anni

L’uomo, che nel passato era riuscito a sottrarsi alla cattura fornendo false generalità, stavolta è stato finalmente arrestato la scorsa notte mentre dormiva in una stanza di un albergo ad Aversa, dove era arrivato da qualche giorno. Gli agenti della squadra volante del commissariato di Aversa hanno atteso la notte fonda, per essere certi che l’uomo stesse dormendo e, dopo aver ricevuto dalla sala operativa la conferma della segnalazione del pernottamento del cittadino pakistano presso un albergo del centro cittadino normanno, sono entrati in azione.

L’operazione

Giunti sul posto, dopo aver bloccato tutte le possibili vie di fuga dall’albergo, chiedevano indicazioni e passepartout al portiere di notte e facevano irruzione nella stanza, sorprendendo l’uomo che, nonostante la situazione, tentava una vana fuga. Gli agenti, però, riuscivano a bloccarlo e, dopo aver espletato la specifica attività di polizia giudiziaria, lo conducevano, in stato di arresto, presso gli uffici del commissariato in via San Lorenzo. Dagli accertamenti esperiti dai poliziotti si apprendeva che il pakistano, in precedenza, per sottrarsi all’arresto, aveva dichiarato diverse volte false generalità alle forze dell’ordine.

Chi il latitante arrestato ad Aversa

Il 40enne era ricercato da poco meno di 20 anni dalle autorità pakistane che avevano emesso nei suoi confronti un mandato di cattura internazionale nel mese di giugno 2000, per essersi reso responsabile, nel suo paese di origine ed unitamente ad un complice, di plurimo omicidio per aver sparato indiscriminatamente su cinque persone a causa di inimicizie sorte per futili motivi.

Secondo la normativa vigente per consentire l’estradizione, l’uomo che sarebbe stato condannato quasi certamente all’impiccagione nel suo paese di origine, dovrà scontare in Pakistan la pena massima prevista in Italia che è quella dell’ergastolo.

Fonte: Il Mattino

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