Cronaca

Chiara uccisa dal Covid a 46 anni, la toccante lettera del fratello: “Nulla potrà mai essere come prima”

Maddaloni, ragazza morta di Covid: toccante lettera del fratello un anno dopo il decesso dell'amata sorella di 46 anni

Una lettera per una ragazza morta di Covid a Maddaloni. Un anno fa si spegneva Chiara D’Aiello, 46enne decedute per le complicanze del virus. Domani, mercoledì 15 dicembre, verrà celebrata una messa in suo suffragio presso la Parrocchia di S.Maria Madre della Chiesa in via Napoli.

Maddaloni, ragazza morta di Covid: la toccante lettera del fratello

Un anno dopo quel tragico evento, il fratello di Chiara ha scritto una lettera rivolta alla compianta sorella: “È trascorso un anno da quella fredda telefonata in cui mi comunicarono che non eri più tra noi, che non avrei rivisto più i tuoi splendidi occhi, che ricordavano il colore del mare della nostra adorata Ischia. Ricordo solo l’incredulità, il tremore alle gambe, la sensazione di smarrimento e il profondo dolore, mentre ancora tenevo il cellulare accostato all’orecchio, una fitta come se mi avessero strappato con violenza un pezzo di cuore dal petto.

Oggi mi ritrovo qui a scriverti queste poche righe, perché’ so quanto adoravi le sorprese e questi piccoli gesti eclatanti. Avrei voluto farlo in altre circostanze, magari per festeggiare i tuoi 50 anni o i tuoi 25 anni di matrimonio e invece questo maledetto virus ti ha portata via a soli 46 anni, nel pieno della tua vita, distruggendo i tuoi progetti ma soprattutto la serenità di due famiglie, gettando tutti noi nello sconforto”.

Purtroppo nulla potrà MAI essere come prima e il paradosso è che tutto ciò è accaduto proprio a ridosso del Natale, il periodo che più adoravamo perché è l’emblema della convivialità, dello stare insieme, del ritrovarsi con la famiglia. La sofferenza peggiore è constatare giorno dopo giorno quanto manchi alla tua Clelia, come sia stata privata delle cose più belle che possono accompagnare la crescita di una ragazza: l’abbraccio della Mamma, le parole consolatorie, le confidenze dei primi amori, la condivisione dei suoi tanti traguardi. Ce la stiamo mettendo tutta per compensare almeno in parte questa mancanza, ma è impossibile sostituire una Mamma, lo leggo nelle sue lacrime, nei suoi occhi quando parla di te e di quello che facevate insieme.

Io ho perso tantissimo, ho perso la mia sorellona, quella che si preoccupava per me, quella che mi includeva in ogni cosa, che mi voleva presente nella sua vita e nella sua famiglia. Sin da piccoli hai sempre avuto un atteggiamento protettivo, ma al contempo ci tenevi al mio parere, ai miei consigli. Dicevi che ero capace di cavarmela in tutte le situazioni, Chiara non sai quanto ti sbagliavi perché proprio adesso non so che fare per placare almeno pochino questo dolore lancinante e la tua mancanza. Quante volte non ho risposto subito alle tue telefonate, ti chiamavo “la rompiballe passaguai”, perché mi telefonavi tutti i giorni e per i motivi più svariati, magari era solo per sentirmi. Adesso che darei per vedere ancora lampeggiare il tuo nome su quel cellullare e sentire quel tuo “we we Tony…dove sei?” L’ultima immagine che ho di te è quella in cui salivi su un’ambulanza ed io tenuto a debita a debita distanza, per evitare il contagio, vicino al cancello di casa tua. I nostri sguardi si sono incrociati e ti ho sussurrato “io ti aspetto qui..”. Ti confesso che una parte di me è ancora vicino a quel cancello ad aspettare il tuo ritorno. Una delle cose peggiori di questo virus è la solitudine, quella solitudine che avvolge sia di chi viene ricoverato che gli affetti chi restano a casa ad attendere, l’impossibilità di stare vicini, di tenere stretta la mano della persona amata, il concedersi un’ultima carezza.

Noi siamo quelli, come tutti coloro che hanno perso qualcuno per Covid, a cui è stato negato un ultimo saluto, poterti vedere per un’ultima volta. Abbiamo visto tornare una bara, in cui dicevano che ci fossi tu, una bara che ci era proibito persino toccare, accarezzare, ma bagnata dalle nostre lacrime, da una sofferenza che solo che ci è passato può capire, non c’è nulla di più disumano. Chiara, cara sorella mia, non meritavi tutto questo, avevi un cuore enorme, una generosità fuori da ogni limite, eri un’Anima bella e non sai quante conferme di ciò abbiamo avuto dalle tue clienti. Alcune in lacrime hanno appreso della tua scomparsa solo dopo e nelle parole di tutte, traspariva il grande affetto che avevano per te, di quanto ti considerassero parte della propria famiglia.
Forse come scrive Gibran “i ricordi sono un modo per incontrarsi ancora”, io e te ne abbiamo tanti, alcuni li racconto spesso a Clelia, ma non mi bastano, so solo che avrei voluto costruirne tanti altri con te, è difficile pensare ad eventi futuri della mia vita in cui non ci sarai. Troppo spesso si danno le cose per scontate o si rimandano, come dare un abbraccio o dire un ti voglio bene, io davo per scontato che saremmo invecchiati insieme e forse quel ti voglio bene non te l’ho mai detto apertamente.

Sei sempre e per sempre parte di me, sarai nelle nostre lacrime ma anche nei nostri sorrisi, vivrai della mia vita, perché sei SCOLPITA nel mio cuore…Voglio ricordarti così, con i capelli accarezzati dal vento, mentre sorridevi alla vita”.


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