Cronaca

Oltre al processo penale ci sarà anche quello canonico: Don Mottola rischia di perdere la tonaca

Il Tribunale Ecclesiastico ha deciso di procedere nei confronti di Don Michele Mottola, il prete pedofilo di Trentola Ducenta. Il processo canonico si svolgerà a Napoli.

Prete pedofilo a Trentola Ducenta, al via il processo canonico

Il processo canonico si svolgerà a Napoli, nella sede del Tribunale Ecclesiastico, una decisione non scontata ma necessaria per un caso come quello di Don Mottola, balzato agli onori della cronaca nazionale, che sta facendo discutere e indignare.

Come si svolge il processo canonico

La prima fase del procedimento è l'”investigatio“, ovvero la raccolta delle informazioni condotta dal vescovo del posto. Una volta terminata questa fase, la diocesi potrebbe optare per l’archiviazione. Nel caso si dovesse continuare, a giudicare Don Michele Mottola sarà un collegio di tre giudici, che non prevede la presenza di figure laiche.

Le figure chiave del processo

A quel punto, secondo quanto prevede il diritto canonico, entrerà in scena una figura laica, il promotore di giustizia, a cui toccherà il compito di formulare i capi d’accusa. Le accuse e le testimonianze verranno poi ascoltate da un giudice istruttore e, alla fine, ognuno dei tre giudici emetterà il proprio voto. La sentenza verrà poi firmata dall’attuario, che verbalizzerà tutti i passaggi.

L’imputato

L’accusato ha diritto di farsi difendere da un avvocato, ma l’esito non è scontato. Don Mottola potrebbe anche rimanere al suo posto, ma la giusrtizia ordinaria continuerebbe comunque a fare il suo corso.

Le pene alternative

Nel caso in cui il sacerdote non dovessere essere spogliato della tonaca, per lui si paventano incarichi alternativi: l’obbligo o il divieto di residenza, la proibizione dell’esercizio di determinati atti, il trasferimento ad altro ufficio.

I racconti delle violenze sul diario

Don Michele Mottola è stato incastrato dalla fondamentale testimonianza della ragazzina 11enne che aveva subito gli abusi. La giovanissima vittima era inconsapevole di quello che stava accadendo tra di loro, e si confidava con il suo diario “Quello tra me e Don Michele è sesso o no?” scriveva. Ad un certo punto la ragazzina è arrivata a capire che quanto accadeva tra lei e il parroco era sbagliato, e così decise di raccogliere delle testimonianze attraverso un telefono cellulare, registrando le conversazioni durante i loro incontri.

La richiesta di aiuto

Registrazioni alla mano, la piccola chiese aiuto a due parrocchiani, ma nessuno le credette. Tutti i membri della comunità, che conoscevano benissimo Don Michele Mottola, non potevano credere che quell’uomo fosse capace di tali mostruosità.

Finalmente la verità

All’ennesima proposta da parte del prete, la vittima contrattacca e minaccia di dire tutto ai genitori. L’uomo cerca di persuaderla, dicendo che era consenziente, e anticipa la sua mossa andando a parlare lui stesso con i genitori, affermando che la figlia sta mettendo in giro delle voci false sul suo conto, voci infamanti. I genitori gli credono. Ma la piccola non si da per vinta, e torna di nuovo dai due parrocchiani a cui aveva chiesto aiuto in precedenza.

La prova decisiva

Le ultime registrazioni realizzate non lasciano dubbi, e finalmente la ragazzina viene creduta. Di fronte all’evidenza, il parroco ammette di aver avuto comportamenti “non consoni”, ma la sua confessione non va oltre questo. Il vescovo Angelo Spinillo, lo solleva dall’incarico I’8 novembre, e finalmente Don Michele viene arrestato.

Accuse pesanti

Il sacerdote è accusato di molestie e abusi sessuali. Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord, che è stata avallata dal gip del tribunale che ne ha disposto l’arresto in carcere, Don Michele sarebbe arrivato a baciare con la lingua la bambina, arrivando, finanche, a “simulazioni di rapporti sessuali completi con sfregamento delle zone erogene”.

La confessione

Ha confessato gli abusi e si è detto «pentito». Poi ha chiesto scusa alla famiglia della sua vittima, una ragazzina di undici anni che ha registrato i suoi incontri proibiti col sacerdote Michele Mottola e lo ha mandato in carcere. Questa mattina, don Mottola è parso «fortemente prostrato» dopo quattro giorni in carcere, a Secondigliano, nel reparto riservato ai predatori sessuali.

 

 

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