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Caserta, sgominata rete di racket: nel mirino i funerali

Parte da Caserta il blitz contro il racket della camorra sui funerali. Nella mattinata di venerdì 13 gennaio, nelle province di Caserta, Novara e L’Aquila, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta unitamente ai colleghi del Comando Compagnia di Capua, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 4 soggetti ritenuti.

Questi sono ritenuti a vario titolo, gravemente indiziati del reato di estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico “Ligato” egemone nell’area riferibile al comune di Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta. Lo ha reso noto l’ufficio stampa del Comando Generale dei Carabinieri su delega del Procuratore della Repubblica distrettuale f.f. di Napoli.

Racket camorra sui funerali: blitz da Caserta

I provvedimenti restrittivi (tre in carcere, uno agli arresti domiciliari) costituiscono il risultato di un’intensa attività investigativa, avviata nel mese di agosto e condotta attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri in Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di 3mila euro al mese.

È stato anche accertato il compimento di un’ulteriore estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 180mila euro; documentare come gli indagati, per affermare la supremazia sull’area di influenza, non abbiano esitato a fare ricorso ad atti intimidatori e/o violenti, così come accaduto nei confronti di un 56enne di Pignataro Maggiore, aggredito per futili motivi con l’utilizzo di spray urticante ed un tirapugni. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Torture con spray urticante

Nel corso delle perquisizioni ordinate dalla Dda, i militari hanno scoperto due droni del valore di oltre 5mila euro, di cui uno con telecamera termica per uso notturno, uno smartphone, un microtelefono, apparecchiature ricetrasmittenti, un disturbatore di frequenze radio digitali multiplo e varie batterie, anche di grandi dimensioni.

Nell’abitazione di Pietro Ligato sarebbero stati trovati anche un tirapugni e una bomboletta di spray urticante: sarebbero stati usati in un episodio di tortura per vendicarsi dell’istallazione di un’antenna agganciata con un perno proprio accanto casa sua.

Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali. È responsabile della redazione centrale del network giornalistico L'Occhio.

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