Cronaca

Pestaggi in carcere, il rapporto presentato in ritardo

Rivolta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, rapporto in ritardo: nessuno dei responsabili della sommossa avrebbe rapporti con clan

Emergono dettagli sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ed in particolar modo sulla rivolta del 5 aprile 2020. Ad organizzarla sarebbero stati tre detenuti: uno spacciatore, un ladro di auto, un ragazzo accusato di aver fornito l’arma per un omicidio a Reggio Emilia.

Rivolta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, l’identikit dei detenuti

Come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino, nessuno dei detenuti responsabili della sommossa avrebbe rapporti con clan mafiosi o si sarebbe reso protagonista di gravi episodi criminali in passato. Ad ogni modo l’amministrazione della casa circondariale di Santa Maria avrebbe consegnato ai vertici a Napoli una relazione in cui si dice che lo “scopo della protesta dei detenuti sarebbe stata quella di dare un forte segnale di superiorità criminale e di controllo di tutto il Reparto Nilo, coinvolgendo poi altri reparti detentivi e uniformandosi alle proteste violente fatte da detenuti in altri istituti del territorio Nazionale”.

Il rapporto in ritardo

Altri dubbi sono legati ai tempi del rapporto. La relazione che giustificava l’ispezione – poi finita nelle violenze –non sarebbe stata depositata subito.

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