Cronaca

Carcere Santa Maria Capua Vetere, trovato telefonino con cuffie

Questa mattina alle 7:30, nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere, il personale di Polizia Penitenziaria in servizio, coordinato dal Dirigente della Penitenziaria, ha trovato e sequestrato un telefonino completo di caricabatterie e cuffie.

Carcere Santa Maria Capua Vetere, trovato telefonino con cuffie

Lo ha comunicato Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria: “Il ritrovamento è stato effettuato presso il Reparto detentivo “Volturno” situato al primo piano dell’Istituto, durante una perquisizione straordinaria”.

Salvatore Tinto Segretario Regionale FP CGIL: “Il carcere di Santa Maria Capua Vetere non presenta situazioni critiche rispetto alla presenza del personale di Polizia Penitenziaria in servizio anche se ha un sovraffollamento di quasi il 6% in più rispetto alla capienza prevista, eppure, i detenuti riescono ancora a far entrare telefoni all’interno dei reparti detentivi. Un fenomeno, quello dei telefonini in carcere, che va assolutamente risolto”.

L’intervento di Mirko Manna

Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Il conteggio esatto dei telefoni scoperti nelle carceri d’Italia, non lo abbiamo perché il DAP, semplicemente, si rifiuta di fornire i dati alle organizzazioni sindacali e all’opinione pubblica. L’omissione avrebbe anche un senso se fosse riconducibile al mantenimento di una qualche riservatezza, utile allo sradicamento dell’utilizzo dei telefoni nelle carceri. Però, dopo anni in cui ogni giorno abbiamo notizie di sequestri di telefoni nelle carceri, è ormai evidente che l’amministrazione è semplicemente incapace di porre un argine sistemico all’introduzione dei telefonini nelle carceri attraverso l’uso di strumentazioni tecnologiche che il Corpo di Polizia Penitenziaria chiede da anni”.

L’utilizzo di telefonini in carcere – prosegue il sindacalista – non è, come qualcuno si ostina a sminuire, un banale mezzo per rimanere in contatto con i propri cari, ma è sia uno strumento di controllo e sopraffazione dei detenuti più pericolosi nei confronti dei più deboli, sia un pericoloso strumento per dare ordini o gestire traffici illegali all’esterno, continuando a mantenere il proprio status criminale nonostante la detenzione”.

Ileana Picariello

Ileana Picariello, giornalista del network L'Occhio, è esperta in cronaca nera, politica e inchieste.

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