Cronaca

Erba velenosa venduta come spinaci in Campania, scatta l’allarme anche a Caserta: 2 ricoveri

I casi sono stati segnalati a Marcianise

Erba velenosa venduta come spinaci freschi in Campania, scatta l’allarme anche a Caserta: una nota diramata dall’Asl locale fa sapere che sono state ricoverate due persone per intossicazione da mandragora. I casi sono stati segnalati a Marcianise. Allerta anche a Napoli e Salerno.

Erba velenosa venduta come spinaci a Caserta, 2 ricoveri

Una nota diramata dall’Asl locale fa sapere che sono state ricoverate due persone per intossicazione da mandragora. I casi sono stati segnalati a Marcianise.

L’Asl spiega che “sono in corso accertamenti sui cittadini che si sono recati al pronto soccorso al fine di risalire alla filiera di distribuzione dei lotti già commercializzati”. L’azienda sanitaria invita la popolazione ad evitare la consumazione degli ortaggi a foglia larga, compresi gli spinaci nelle ultime 48 ore, sostituendoli con quelli congelati.

 

Allarme anche in provincia di Salerno per il pericolo di diffusione della verdura velenosa che ha fatto finire dieci persone in ospedale Pozzuoli, in provincia di Napoli. L’allarme è scattato nelle scorse ore, quando dieci persone sono finite in ospedale con evidenti e chiari sintomi di intossicazione alimentare.


Dieci persone avvelenate da verdura nel Napoletano: tutta colpa della Mandragora | COME RICONOSCERLA


Verdura velenosa in Campania: allerta anche a Salerno

Gli investigatori hanno accertato che gli “stock” di prodotti agroalimentari nei quali sarebbe finita la mandragora responsabile dell’intossicazione di dieci persone con sono stati commercializzati da società di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio e Avezzano, dunque anche in provincia di Salerno.

Uno dei dieci ricoverati è in prognosi riservata. Stando una prima ricostruzione, avrebbero ingerito della verdura velenosa, probabilmente della mandragora, credendo che si trattasse invece di spinaci o biete. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Pozzuoli, che sono intervenuti nell’ospedale del posto.

I ricoverati, quattro residenti a Monte di Procida ed una a Quarto, fanno parte di diversi nuclei familiari e la verdura sarebbe stata acquistata in diversi negozi dei due comuni flegrei. Dunque, non si esclude che i commercianti si siano riforniti dalla stessa persona, che potrebbe aver venduto loro la mandragora scambiandola per altro. Sulla vicenda sono in corso accertamenti col supporto dell’Asl.

La presenza della mandragora

La vicenda sarebbe legata alla presenza della mandragora tra la verdura acquistata ed ingerita dalle persone finite in ospedale. La pianta, velenosa, spesso viene confusa con biete e spinaci per il suo aspetto. La sintomatologia, secondo quanto finora ricostruito, sarebbe riconducibile alla “mandragora”. Sono in corso accertamenti della Asl competente e dei carabinieri.

La radice di questa pianta è caratterizzata da una peculiare biforcazione che ne dà una forma antropomorfa (maschile e femminile); insieme alle proprietà anestetiche della pianta, ciò ha probabilmente contribuito a far attribuire alla mandragola poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari. La mandragola autunnale  Mandragora autumnalis) presenta un grado maggiore di tossicità rispetto alle altre mandragole.

Secondo le credenze popolari, le mandragole nascevano dallo sperma emesso dagli impiccati in punto di morte. La mandragola può essere ricondotta ad alcune usanze della stregoneria, nelle quali era utilizzata come surrogato delle più famose bambole di cera. È considerata una pianta magica anche dalla Wicca moderna, in particolare nei giorni di plenilunio.

Intervengono i carabinieri

La stessa Asl ha allertato i pronti soccorso del territorio per eventuali arrivi di altri intossicati. Suoi tecnici della prevenzione sono in giro con Nas e Carabinieri di Pozzuoli per eventuali ritiri di verdura a scopo precauzionale. Quella finora sequestrata è verdura sfusa, quindi per quella confezionata non ci sono stati problemi.

I Carabinieri stanno ritirando a scopo precauzionale da alcuni fruttivendoli e market alimentari di Pozzuoli e Quarto, in provincia di Napoli, alcune partite di verdura dopo il caso dell’intossicazione da mandragora. Al lavoro i Carabinieri della compagnia di Pozzuoli ed i Nas.

L’avviso del sindaco di Sarno

In merito è intervenuto Giuseppe Canfora, sindaco di Sarno: “Dalle notizie che ci giungono, pare che il lotto in questione possa essere stato distribuito anche nell’Agro nocerino-sarnese. Per tale motivo, invitiamo tutti i cittadini alla massima attenzione e ad evitare di consumare il prodotto segnalato in queste ore anche dalle forze dell’ordine. Sono in corso controlli e sequestri da parte dei Nas, nel salernitano e nel napoletano”.

Saranno distrutti al Centro agroalimentare di Volla dove sono stati sequestrati ieri i 7 bancali di spinaci infestati da mandragora e provenienti da Avezzano. A renderlo noto è l’assessore alla Salute del Comune di Napoli, Vincenzo Santagada. Dieci le persone che sono rimaste intossicate, di cui una ricoverata in rianimazione.

Spinaci infestati da mandragora: saranno distrutti a Volla

Migliorano le condizioni delle 10 persone finite in ospedale ieri per l’intossicazione da mandragora, dopo aver ingerito la pianta velenosa che era finita in un carico di spinaci proveniente dell’Abbruzzo. Il più grave è un 46enne, colpito da polmonite da ingestione per avere inspirato dei liquidi dopo un rigurgito mentre era privo di coscienza; resta ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Giuliano di Giugliano.

Non si può escludere che oltre ai casi accertati ce ne siano di non diagnosticati: alcuni potrebbero aver scelto di non recarsi in ospedale perché colti da sintomi lievi. Il Caan, a scopo cautelativo, ha intanto avviato il ritiro dei lotti individuati a Napoli e in provincia.

Intossicazione da mandragora, individuato il produttore

Dagli ultimi aggiornamenti trasmessi all’assessore alla Salute del Comune di Napoli Vincenzo Santagada, dal Caan (centro agro alimentare di Napoli) risulta individuato il vettore che ha regolarmente acquistato, da un produttore abruzzese, della provincia de L’Aquila, dei bancali di spinaci, a quanto pare contaminati dalla mandragora.

Grazie alla collaborazione dello stesso operatore, è stato possibile tracciare, insieme ai carabinieri e all’Asl Napoli 2, la catena degli acquisti e identificare la merce potenzialmente contaminata ancora presente al Caan, prontamente posta sotto sequestro. Adesso le autorità competenti stanno lavorando per individuare la merce presente nei punti vendita esterni al Centro.

I Nas e i carabinieri territorialmente competenti sono riusciti a ricostruire la filiera della commercializzazione di un ingente quantitativo di spinaci freschi sfusi e senza lavorazione acquistati da un vettore campano.

La merce venduta dalla provincia de L’Aquila è arrivata a Pozzuoli e nell’area flegrea

Il bancale è stato poi rivenduto a diversi commercianti di ortofrutta di Pozzuoli, dell’area flegrea e di altri centri campani. Identificata anche la merce potenzialmente contaminata ancora presente al Caan, posta ora sotto sequestro come tutto il resto del lotto che è stato possibile ritirare dal mercato in queste ore.

Adesso gli investigatori stanno lavorando per individuare la merce presente nei punti vendita esterni al Centro. Il produttore abruzzese è stato anche sentito dai militari dell’Arma, che ora analizzano tutti gli elementi utili per comprendere come la mandragora si arrivata negli spinaci preparati per essere venduti al Caan.

Al momento, non ci sarebbero provvedimenti a carico del produttore, ma si cerca di ricostruire tutti gli aspetti della vicenda e di recuperare l’intera partita di merce ‘inquinata’. Le indagini stanno consentendo di individuare tutti i grossisti e i rivenditori che hanno acquistato la merce, in modo da ritirarla dalla vendita a scopo precauzionale. Anche il Comune di Napoli ha invitato alla prudenza invitando “i cittadini a non consumare spinaci freschi, ma solo surgelati fino alla definizione della questione”.


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Dai medici di famiglia, invece, è arrivato un invito a rivolgersi ai propri sanitari di riferimento in caso di sospetta intossicazione. “Seguiamo con attenzione l’evolversi della situazione tra Napoli e provincia, dove si stanno registrando diversi casi di sospetta intossicazione da mandragora.

È importante ricordare ai cittadini che, in caso di una sospetta intossicazione, è bene consultare il proprio medico di famiglia, e – hanno sottolineato Luigi Sparano e Corrado Calamaro, Fimmg Napoli – proprio il medico di famiglia provvederà, se necessario per una sintomatologia importante, a consigliare un accesso al pronto soccorso”.

“I campanelli d’allarme sono quelli classici di una grave azione neurotossica, quindi un’eventuale e inspiegabile sonnolenza, confusione mentale, tachicardia, vista annebbiata, secchezza delle fauci, nausea, vomito, aumento della temperatura corporea”, hanno ricordato i medici.

Shock e paura a Pozzuoli dove alcune persone sono state ricoverate dopo aver mangiato della verdura velenosa. Dieci sarebbero i ricoverati nella notte all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli con evidenti e chiari sintomi di intossicazione alimentare come riportato da Fanpage.


Dieci persone avvelenate da verdura nel Napoletano: tutta colpa della Mandragora | COME RICONOSCERLA


Verdura velenosa, 8 persone ricoverate a Pozzuoli

Uno dei dieci ricoverati è in prognosi riservata. Stando una prima ricostruzione, avrebbero ingerito della verdura velenosa, probabilmente della mandragora, credendo che si trattasse invece di spinaci o biete. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Pozzuoli, che sono intervenuti nell’ospedale del posto.

I ricoverati, quattro residenti a Monte di Procida ed una a Quarto, fanno parte di diversi nuclei familiari e la verdura sarebbe stata acquistata in diversi negozi dei due comuni flegrei. Dunque, non si esclude che i commercianti si siano riforniti dalla stessa persona, che potrebbe aver venduto loro la mandragora scambiandola per altro. Sulla vicenda sono in corso accertamenti col supporto dell’Asl.

La presenza della mandragora

La vicenda sarebbe legata alla presenza della mandragora tra la verdura acquistata ed ingerita dalle persone finite in ospedale. La pianta, velenosa, spesso viene confusa con biete e spinaci per il suo aspetto. La sintomatologia, secondo quanto finora ricostruito, sarebbe riconducibile alla “mandragora”. Sono in corso accertamenti della Asl competente e dei carabinieri.

La radice di questa pianta è caratterizzata da una peculiare biforcazione che ne dà una forma antropomorfa (maschile e femminile); insieme alle proprietà anestetiche della pianta, ciò ha probabilmente contribuito a far attribuire alla mandragola poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari. La mandragola autunnale  Mandragora autumnalis) presenta un grado maggiore di tossicità rispetto alle altre mandragole.

Secondo le credenze popolari, le mandragole nascevano dallo sperma emesso dagli impiccati in punto di morte. La mandragola può essere ricondotta ad alcune usanze della stregoneria, nelle quali era utilizzata come surrogato delle più famose bambole di cera. È considerata una pianta magica anche dalla Wicca moderna, in particolare nei giorni di plenilunio.

L’appello del sindaco

Questo il messaggio di Giuseppe Pugliese, sindaco di Pozzuoli: Apprendo con preoccupazione che alcuni nostri concittadini sono ricoverati all’Ospedale Santa Maria delle Grazie per un’intossicazione. La sintomatologia è riconducibile all’avvelenamento da “mandragora” confusa con spinaci o biete. Invito tutta la popolazione ad avere massima attenzione nell’ingerire verdure similari a biete e spinaci perché la mandragora si confonde molto facilmente, e a tenere sotto controllo i sintomi che possono essere: pruriti simili all’orticaria con midriasi, nausea, confusione fino al coma. Chiunque abbia questi sintomi va subito ospedalizzato. Si sconsiglia il consumo di spinaci”.

Intervengono i carabinieri

La stessa Asl ha allertato i pronti soccorso del territorio per eventuali arrivi di altri intossicati. Suoi tecnici della prevenzione sono in giro con Nas e Carabinieri di Pozzuoli per eventuali ritiri di verdura a scopo precauzionale. Quella finora sequestrata è verdura sfusa, quindi per quella confezionata non ci sono stati problemi.

I Carabinieri stanno ritirando a scopo precauzionale da alcuni fruttivendoli e market alimentari di Pozzuoli e Quarto, in provincia di Napoli, alcune partite di verdura dopo il caso dell’intossicazione da mandragora. Al lavoro i Carabinieri della compagnia di Pozzuoli ed i Nas.

Il messaggio del sindaco di Quarto

“In attesa dei controlli dell’Asl evitate per il momento di acquistare e consumare verdure sfuse non tracciate. Massima cautela senza psicosi”. È l’accorato appello che lancia ai cittadini di Quarto il sindaco Antonio Sabino, dopo che i carabinieri della Compagnia di Pozzuoli sono intervenuti all’ospedale Santa Maria delle Grazie per alcune persone intossicate dopo aver ingerito verdure. “In queste ore, le Forze dell’Ordine, in collaborazione con l’ASL Napoli 2 Nord, stanno lavorando per risalire alla filiera che ha provocato l’intossicazione alimentare da mandragora di alcuni cittadini flegrei, attualmente ricoverati all’ospedale Santa Maria delle Grazie – dice il sindaco Sabino – In attesa dei relativi chiarimenti, raccomando a tutti e a tutte di evitare di acquistare e consumare verdure simili sfuse, come spinaci, biete etc.). Massima attenzione e cautela senza scatenare inutile psicosi.

Siamo vicini ai cittadini intossicati e ai loro familiari e seguiamo, insieme alle Forze dell’Ordine e alle autorità sanitarie, l’evolversi della situazione”.

Dov’è stata venduta la verdura

Gli investigatori hanno accertato che gli “stock” di prodotti agroalimentari nei quali sarebbe finita la mandragora responsabile dell’intossicazione di dieci persone con sono stati commercializzati da società di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio e Avezzano.

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