Cronaca

Truffa bonus 110%, sequestrato 1 milione di euro: nei guai un imprenditore di Curti

Truffa bonus 110%: sequestrato 1 milione di euro a un imprenditore di Curti. Somma che, in base agli elementi di prova sinora acquisiti risulterebbe essere il provento di una condotta fraudolenta ai danni dello Stato.

Truffa bonus 110%: sequestrato 1 milione di euro a un imprenditore

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto l’esecuzione, in via di urgenza, del sequestro preventivo di 1 milione di Euro. Somma che, in base agli elementi di prova sinora acquisiti risulterebbe essere il provento di una condotta fraudolenta ai danni dello Stato. L’ennesima registrata su questo territorio, nel settore dei contributi statali, sotto forma di benefici fiscali, connessi ad interventi di efficientamento energetico di edifici (“Bonus 110%”).

Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Capua, sotto la direzione ed il coordinamento dei magistrati della Procura (II Sezione di indagini, specializzata nella materia della c.d. criminalità economica), che hanno incrociato i dati e le informazioni con quelli derivanti da una segnalazione dell’ Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di Caserta – una società commerciale, amministrata da un cittadino di Curti, avrebbe generato, in maniera fittizia, crediti di imposta, attestando, attraverso la produzione di documentazione falsa, l’esecuzione di interventi di riqualificazione energetica, in realtà mai avvenuti, poiché riferiti, fra l’altro, ad edifici risultati inesistenti.

Le irregolarità riscontrate

Fra le irregolarità riscontrate a base della frode vi è l’inserimento, nella documentazione a sostegno dell’ottenimento del beneficio fiscale, di dati catastali riferibili a Comuni oramai soppressi, quali il comune di Albegno (Provincia di Bergamo), soppresso nel 1928 e divenuto frazione del Comune di Treviolo, ovvero il Comune di Barco sempre in provincia di Bergamo, anch’esso soppresso nel 1983. La società cedente i crediti di imposta non risulterebbe né proprietaria né conduttrice degli immobili oggetto degli interventi di efficientamento energetico, presupposti, questi, per il beneficio fiscale.

I crediti cosi maturati in maniera fittizia sono stati ceduti, in parte, dalla medesima società
beneficiaria ad un’altra società, che li avrebbe potuti utilizzare come “moneta fiscale” per il
pagamento di debiti tributari o cederli, a sua volta, ad altri soggetti per le medesime finalità.

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