Cronaca

Torture in carcere, detenuto svela il ruolo dei confidenti interni

Torture in carcere La sua voce, registrata da una parente, ha fatto il giro dei social, prima, e di giornali e telegiornali, poi. Quella telefonata, allegata ad una denuncia depositata il 9 aprile 2020, raccontava dei pestaggi subiti, di detenuti con i denti rotti, delle barbe “strappate”. Da quella telefonata è partita l’indagine della Procura che ha portato al maxi processo a carico di 105 persone, tra agenti della polizia penitenziaria, funzionari del dap e due medici dell’Asl.

Torture in carcere: cos’è successo

Il protagonista di quella telefonata, Ciro Motti, è stato escusso nel corso del processo celebrato all’aula bunker di Santa Maria Capua Vetere, dinanzi alla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Roberto Donatiello. Motti, che si è costituito parte civile con l’avvocato Carmine D’Onofrio, è stato forse il primo dei reclusi ad aver denunciato la “mattanza”. Un racconto fatto nei mesi immediatamente successivi ai pubblici ministeri e che è stato confermato in aula.

“Ci hanno ordinato di denudarci, una volta che ci siamo denudati hanno iniziato a picchiarci con manganellate, calci, pugni”, ha raccontato rispondendo alle domande del pubblico ministero Alessandra Pinto. Una violenza iniziata in cella e proseguita nel corridoio e nella saletta per la socialità. Una volta giunto qui “mi hanno detto di inginocchiarmi faccia al muro”, ha aggiunto il detenuto.

Motti ha anche riferito su alcuni detenuti che ‘collaborerebbero’ con la polizia penitenziaria e conosciuti in carcere come “58 Ter”, cioè “confidenti interni”, ha chiarito. Sarebbero stati loro a proporre agli altri, dopo il pestaggio del 6 aprile 2020, di sottoscrivere una lettera di scuse: “ci venne chiesto di fare una lettera di scuse verso la direzione, insomma, qualcosa del genere da noi detenuti, che avremo dovuto firmare un po’ tutti che eravamo noi a chiedere scusa a loro, una cosa del genere, un po’ una manipolazione della cosa dal mio punto di vista”, ha poi aggiunto.

Motti ha riconosciuto diversi agenti imputati tra cui Giuseppe Crocco, Francesco Antonucci, Raffaele Piccolo (classe ’64)., Giacomo Golluccio. Si torna in aula la prossima settimana per il controesame da parte delle difese.

Annalisa Barra

Annalisa Barra, giornalista del network L'Occhio, è esperta di comunicazione, scrittura Seo, social media e copywriting.

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